Horti leonini. storia del giardino all'italiana di san quirico d'orcia.
Gli horti leonini sono stati realizzati intorno al 1580 da Diomede Leoni, durante i lavori di restauro delle mura danneggiate nel corso del conflitto fra spagnoli e francesi che portò nel 1555 alla caduta della Repubblica di Siena. Gli horti leonini sono un esempio assai originale di giardino tardo rinascimentale privo di un’abitazione signorile. Si tratta infatti di horti costruiti per i viandanti et specialmente nobili, come risulta da un documento dell’epoca, anche se il Leoni aveva comunque ricavato per sé un palazzetto, di modeste dimensioni, nelle mura medievali.
La struttura degli horti.
Gli horti leonini si articolano in due zone. La prima si apre a ventaglio dall’ingresso principale verso il fondale del bosco di lecci con una evidente ricerca prospettica e scenografica. L’altra conduce dal Giano bifronte (ianua, porta) che simbolicamente unisce e divide il geometrico e il selvatico, la natura ben ordinata dall’uomo dalla natura naturalis, lungo una scalinata in travertino, al piazzale superiore sul quale si alzava un tempo l’imponente torre del cassero medievale distrutta nell’ultima guerra.
Il busto in alabastro del Giano, di età romana, è uno dei pezzi che Diomede Leoni aveva scelto per il suo giardino di San Quirico d’Orcia durante il servizio svolto a Roma per conto del cardinale Ferdinando de’ Medici, appassionato cultore di arte antiquaria. Diomede Leoni aveva il delicato incarico di individuare e acquistare per conto del futuro granduca di Toscana opere sul mercato antiquario.
Le opere del giardino.
Numerose le epigrafi in latino presenti negli horti, di cui oggi rimangono poche tracce, a testimoniare la cultura umanistica di Diomede. Nella parte inferiore, una scultura del senese Giuseppe Mazzuoli rappresenta Cosimo III de’ Medici. Fu commissionata nel 1688 dai Chigi, grati al granduca per aver ricevuto in marchesato la Terra di San Quirico d’Orcia. È stata trasferita qui nel 1951 dal Palazzo Chigi, seriamente danneggiato dai bombardamenti del 1944. Gli studi più recenti hanno rivelato la grande amicizia che legava Diomede Leoni a Michelangelo Buonarroti. Fu Diomede che lo assisté e ne annunciò la morte con una lettera al nipote Leonardo nel 1564. Dall’ingresso sud degli horti leonini si raggiunge il moderno giardino delle rose, realizzato negli anni novanta dagli architetti Montuori e Di Noto, grazie a un contributo europeo.