La Ceramica antica di San Quirico d'Orcia
Lungo la Via Francigena, a sud di Siena, tra viti e olivi, su un colle sorge un suggestivo borgo di origine etrusca: San Quirico d’Orcia.
Situato nel cuore della Val d’Orcia, dal 2004 è patrimonio culturale UNESCO: ovunque si guardi il paesaggio offre viste mozzafiato sulla campagna circostante. Campi di grano dorato, file di cipressi lungo stradine di campagna, vecchi casolari sparsi qua e là. Il borgo stesso è un vero gioiello che custodisce, all’interno di una cinta muraria, la struttura medievale originale. Una ricchezza di chiese e piazze e gli incantevoli Horti Leonini, splendido esempio di giardino all’Italiana.
Entrando da Porta Camattoli (Senese) possiamo subito ammirare la facciata della Collegiata di San Quirico e Giulitta, una bellissima Chiesa romanica con elementi gotici e barocchi. A fianco della Collegiata, si trova Palazzo Chigi.
Il Palazzo fu voluto dal Cardinale Flavio Chigi, dopo che Cosimo III aveva concesso alla famiglia San Quirico d’Orcia come feudo. Progettato da Carlo Fontana e decorato da un’equipe romana di specialisti con a capo Francesco Corallo, venne completato in un solo decennio dal 1678 al 1687 per assolvere la funzione di rappresentanza richiesta ad una domus magna.
A tale proposito la residenza, utilizzata per ospitare importanti famiglie amiche, doveva ostentare lusso e sfarzo. La facciata era di colore porpora e arricchita da decorazioni in travertino, i soffitti affrescati da importanti pittori dell’epoca, le pareti ricoperte di corami color rubino al primo piano e con fondo argento al secondo. Per dare poi luce al palazzo in alcune stanze venne riprodotto il cosiddetto “color dell’aria” del Bernini.
Da sempre luogo di sosta di personaggi illustri, grazie al Cardinale Flavio Chigi, uomo di profonda cultura e amante delle più raffinate forme d’arte, San Quirico divenne nel 1693 anche centro di un’importantissima e fiorente produzione di pregiata ceramica, che coinvolse validissimi artigiani.
Se ideatore fu il Cardinale Flavio Chigi, che dette l’incarico a Mariano Sticcoli, importante vasaio, di costruire a San Quirico una fornace simile a quella di Pesaro, la crescita e il successo della fornace furono dovuti al nipote Bonaventura.
La produzione di ceramica era situata nel luogo che ancora oggi è chiamato Fonte alla Vena, fuori Porta Romana, complesso di edifici con una fonte monumentale.